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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

Tagliano anche sui disabili, Vergognatevi!

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La storia che voglio raccontarvi oggi è la storia triste di tante, tantissime famiglie italiane che lo Stato-Azienda vuole abbandonare sempre più al proprio destino, privandole gradualmente di ogni assistenza. E' una storia fatta di sofferenze quotidiane, amari rospi da ingoiare e disagi da sopportare, ma è anche una storia di coraggio e dignità, forza e determinazione, una storia di lotta. Si dice che la scuola sia lo specchio di una società ... senza esagerare, anche di una Nazione.   Il regolare funzionamento delle scuole è sinonimo -da sempre- di stabilità politica ed istituzionale ma soprattutto garantisce la formazione degli studenti, i cittadini di domani, favorendo la libera circolazione delle idee e della cultura ( "Scuola e università sono centri dove si insegna a criticare. Ecco perché stanno cercando di ucciderle" Umberto Eco ) . Detto questo, la mia domanda:  che Paese sarà mai quello che  demolisce giorno dopo giorno le proprie istituzioni scolastiche,

L'"altro" 11 settembre ... quello cileno!

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Ogni anno ci ritornano alla memoria le immagini di quel 9/11 , il "nine-eleven" come lo ricordano gli Americani. Una ferita aperta nella coscienza collettiva di un popolo e dell'intero Occidente. Dieci anni sono passati da allora, tanta storia è stata scritta in questo decennio! Eppure non tutti ricordano un altro 11 settembre, di tanti anni prima, altrettanto drammatico da provocare grandi lutti ad un diverso popolo americano, quello cileno . Per scriverne, approfitto delle belle parole di un lettore de Il Fatto Quotidiano che ha scritto una lettera sul tema, pubblicata su quel giornale il 10.09.2011, della quale vi propongo un ampio stralcio. Scrive Alessandro:" Inizia l'11 settembre 1973 la dittatura di Pinochet: oltre 30 mila morti, arresti, torture, desaparecidos, i voli della morte. Nei giorni in cui si celebra l'11 settembre dell'America, è impossibile non ricordare a chiunque, che è accaduto un altro 11 settembre certamente non meno grave pe

Governo? No, grazie ... Belgio docet

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Parliamo del Belgio : Quattrocentocinquantadue … tanti sono i giorni di assenza di un governo ufficialmente in carica a Bruxelles. Sfiduciato dal Parlamento, senza un successore designato per i veti incrociati dei partiti francofoni o fiamminghi (in Belgio non vi sono formazioni politiche unitarie), il Primo Ministro Yves Leterme disbriga solo gli affari correnti in attesa che la situazione si sblocchi. Un'attesa che dura dalle elezioni del giugno 2010  il cui verdetto, come si vede, non ha indicato un unico vincitore, ma la necessità di costruire una coalizione inedita. Un record mondiale (negativo?) da Guinnes dei Primati! Un anno e tre mesi senza direttive di politica economica, senza manovre finanziarie da "lacrime e sangue", senza decreti legge per provvedimenti di insolita rapidità ed urgenza … Un disastro? Non si direbbe proprio , considerando soprattutto la crescita economica del Paese di Re Alberto II, nel 2010-2011 superiore alla media dell'area euro ( +1

Mr. B e l'Italia "paese di m...". Lettera aperta a Silvio

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Per questo post di oggi, lo ammetto, trovo grande spunto dall'intervento di Massimo Donadi su italiadeivalori.it . La storia è nota: Abbiamo da una parte del telefono un Presidente del Consiglio che non sa governare, tirando avanti la baracca alla meglio illudendo il Paese con meravigliosi cieli dipinti di blu e nascondendo i problemi sotto il tappeto, e dall'altra il tale Lavitola , un ormai acclarato faccendiere spesso affaccendato a intorbidire le acque in Italia e all'estero (persino a Montecarlo o nell'isola di St. Lucie, se ce ne è bisogno), a concupire le mogli altrui e a sgraffignare tutto il possibile, tanto paga Pantalone (cioè noi). A un certo punto, preso forse dalla disperazione per il suo fantastico castello di carte che crolla ogni giorno che passa, il Nostro  si abbandona al turpe soliloquio e in uno sfogo liberatorio confida al fido Lavitola (che gli frega più soldi di un bancomat clonato) che Lui si è stufato di questo "paese di m..."