Io NON HO BISOGNO della vivisezione!

Oggi segnalo questo articolo molto interessante, da Affaritaliani.it, condiviso sul web a piene mani e segnalatomi stamane. A dimostrazione che una grande parte della comunità scientifica non condivide l'utilizzo della vivisezione come pratica per la sperimentazione dei nuovi farmaci  o di nuove tecniche chirurgiche.
Tuttavia, il nostro Paese continua a non legiferare su questo importante argomento lasciando, di fatto, la situazione italiana in un'anomalia da far west e abbandonando, senza speranza, molti animali a un terribile destino ...
Pubblico quindi ampi stralci dell'intervista rilasciata dal Dott. Stefano Cagno, che potrete leggere per intero sul sito del quotidiano online.


Dopo l'irruzione di un gruppo di attivisti nell'allevamento Green Hill di Montichiari, in provincia di Brescia, per liberare i cani beagle destinati alla sperimentazione, le proteste contro la vivisezione non accennano a placarsi. Il dottor Stefano Cagno - dirigente Medico in disciplina Psichiatrica, membro del comitato Scientifico Equivita e dei Medici Internazionali - che da anni si batte per l’abolizione dei test sugli animali nella ricerca sceglie Affaritaliani.it per spiegare perché la scienza non ha bisogno della vivisezione.
Milioni di animali ogni anno vengono torturati e uccisi per la vivisezione. E' un massacro evitabile?
"Almeno 115 milioni di animali sono uccisi ogni anno nei laboratori di ricerca, circa 900.000 in Italia. Nel 2012 è auspicabile che questo massacro sia vietato al più presto, al fine di evitare che milioni di esseri umani nel mondo debbano assumere farmaci sicuri negli animali, ma che poi si dimostrano per loro tossici. Negli USA il 51% dei farmaci presenta gravi reazioni avverse dopo la commercializzazione che non si erano verificate nei test sugli animali e per questo circa 100.000 cittadini statunitensi muoiono ogni anno. [...]"
La scienza ha bisogno della vivisezione?
"No, ma questo lo sanno gli stessi vivisettori. Non esiste una sola pubblicazione scientifica al mondo che dimostri che i cosiddetti modelli animali poggiano su criteri scientifici, almeno quelli del 2012 e non quelli del 1800. Anzi esistono lavori che hanno dimostrato il contrario e pubblicati, ad esempio, su prestigiose riviste come il British Medical Journal o Nature. [...]"
Nel panorama europeo siamo il Paese più arretrato?
"No, ma la recente Direttiva Europea approvata nel 2010, e alla quale l'Italia si deve adeguare entro la fine anno, rischia di farci fare qualche piccolo passo avanti formale, ma alcuni passi indietro sostanziali. Ad esempio la Direttiva prevede che si possano utilizzare gli animali randagi. In Italia ciò è già vietato da anni, ma se il Governo non chiederà una deroga torneremo anche noi indietro".
Quali soluzioni vede?
"Non esiste altra soluzione se non l'abolizione della vivisezione [...]".
Quale settore incide maggiormente?
"Sicuramente quello dei test obbligatori per legge per la commercializzazione dei farmaci e in generale delle nuove sostanze con le quali gli esseri umani potranno venire a contatto. Sul totale sono almeno il 70%, quindi in Italia quasi 600.000 animali ogni anno. Non dimentichiamoci, però, che sono testati sugli animali anche i cosmetici, i prodotti per l'igiene della casa e della persona, i pesticidi e persino le armi chimiche. Con buona pace del vuoto slogan che la vivisezione serve per salvare vite umane".
Perché la chiusura di laboratori come Green Hill è importante?
"Sarebbe un importante segnale per tutta la Comunità Europea. L'Italia potrebbe essere la prima nazione che non permette che si allevino cani, gatti e scimmie per la vivisezione. Sarebbe una riforma di civiltà di cui gli italiani potranno andare orgogliosi. L'Italia per l'ennesima volta nella storia dell'umanità diventerebbe un esempio per gli altri e, se così sarà, la storia ci ricorderà".
di Virginia Perini

Perchè i diritti di tutti noi passano anche dagli animali e dal mondo intero che ci circonda ... 

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